CURIOSITA' SULLE LUMACHE ALLA ROMANA
Le lumache erano consumate ed apprezzate gia' dai Greci e dai Romani.
Anche nel Medioevo ebbero la loro importanza perché considerate un cibo "di magro".
Questo e' un piatto che non ha perso la sua importanza ed e' stato tramandato fino ai giorni nostri, infatti le ritroviamo nelle ricette
tradizionali regionali di tutta Italia.
Una ricetta base per cucinarle generalmente e' in umido per ricavarne un buon sugo con cui accompagnare la polenta o il pane.

PREPARAZIONE
- Il procedimento per preparare le lumache alla romana con pomodoro e mentuccia:
- Mettete le lumache a spurgare per cinque-sei giorni in un contenitore bucherellato (tipo scolapasta) con un po' di crusca o pan grattato sul fondo coprendo con una retina in maniera che non scappino.
- Passato questo periodo lavate le lumache in acqua con aceto e sale rimescolandole bene con le mani e poi scolandole.
- Ripetete l'operazione sostituendo il liquido ogni volta, sino a che avranno smesso di schiumare.
- Lavatele infine in acqua corrente e mettetele in una pentola coperta di acqua.
- Fatele cuocere per quindici minuti dall'inizio del bollore, quindi scolatele e lavatele di nuovo in acqua corrente.
- In un capace tegame di terracotta fate rosolare in mezzo bicchiere di olio due spicchi di aglio schiacciati e mezzo peperoncino rosso
piccante, quando l'aglio avrà preso colore toglietelo, mettete le acciughe dissalate e diliscate e fatele sciogliere mescolando bene.
- A questo punto unite i pomodori sbucciati e passati al setaccio, una manciatina di prezzemolo tritato con qualche foglia di mentuccia.
- Salate e lasciate cuocere a fuoco lento per venti minuti bagnando con acqua calda in maniera che la salsa non risulti troppo densa.
- Mettete le lumache a insaporire nella salsa e dopo cinque minuti servite.
Vino da abbinare al piatto.
Un EST! EST!! EST!!! può stare bene anche con carni bianche e pesce.
Il nome incuriosisce sempre e la leggenda che lo accompagna ne spiega le origini.
Si racconta di un personaggio, probabilmente un nobile, chiamato Johannes Defuk che viaggiando con l’Imperatore Enrico V, inviò il suo servitore
a precederlo nel tragitto per potergli segnalare le osterie in cui avrebbe trovato il miglior vino.
Il contrassegno che il servitore doveva lasciare sulla porta delle osterie era la scritta EST (in latino C'E').
Come potete ben immaginare un giorno il nobile si fermò e trovò la scritta lasciata dal suo servitore che recitava “EST! EST!! EST!!!”,
entrò nell’osteria e assaggiò un vino che gli piacque così tanto da decidere di separarsi dal corteo che avrebbe raggiunto Roma e di rimanere
a Montefiascone per poter continuare a berne.
Di questo vino ne esistono tre versioni:
Est!Est!!Est!!! di Montefiascone DOC
Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Classico DOC
Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Spumante DOC
Per oltre la metà sul totale in percentuale è utilizzato il Trebbiano Toscano, in percentuale minore il Trebbiano Giallo e in piccola parte
la Malvasia Bianca Lunga e la Malvasia del Lazio insieme a vitigni a bacca bianca del Lazio.
Insieme danno luce ad un vino bianco fresco ed equilibrato con diverse sfaccettature in base alla tipologia.