Sembrerebbe che tutta la fama della pasta alla amatriciana sia da attribuire ad una signora di Amatrice, una certa Anna De Angelis.
La signora Anna partita da Amatrice arrivo' a Roma con dei prodotti tipici paesani, come pasta fatta in casa essiccata, carne di maiale stagionata,
pecorino ed erbette aromatiche.
Ed incominciò a cucinare l’originaria versione di pasta alla amatriciana arrangiandosi con i pochi mezzi che aveva a disposizione.
Questa specialità si guadagnò subito il consenso dei romani che incominciarono ad apprezzare questo piatto povero ma buonissimo.
Con il passare del tempo si aggiunse alla ricetta originale anche il pomodoro, e divento' cosi la ricetta che tutti conosciamo e che i romani veraci
continuano a portare avanti e che non permettono alcuna rivisitazione.
I PRIMI PIATTI PIU' CONOSCIUTI
SPAGHETTI ALLA CARBONARA
SPAGHETTI CACIO E PEPE
GNOCCHI ALLA ROMANA
SPAGHETTI ALLA GRICIA
RIGATONI CON LA PAJATA
PREPARAZIONE
Fate soffriggere in mezzo bicchiere di olio, il guanciale tagliato a dadini con il peperoncino, che toglierete prima di servire.
Quando il guanciale e' ben rosolato aggiungete i pomodori sbucciati, privati dei semi e tagliati a grossi pezzi quindi salate e
lasciate cuocere per quindici minuti.
Intanto portate ad ebollizione abbondante acqua salata e cuocete i bucatini, che scolerete cotti al dente e metterete su un piatto
di portata caldo.
Condite con il sugo e con il pecorino grattuggiato e poi servite i vostri bucatini alla amatriciana.
Vino da abbinare al piatto.
Secondi piatti come la coda alla vaccinara, l'abbacchio, le frattaglie, la selvaggina i formaggi stagionati ed i rigatoni con la pajata prediligono il
Cesanese del Piglio DOCG grazie alla sua struttura.
Già nel 1973 fu riconosciuta la DOC e nel 2008 arrivò il massimo riconoscimento della DOCG.
Lo stretto legame con il territorio e con la popolazione, che ha abitato l’area, ha costruito e modificato nel tempo la tradizione della sua coltivazione e della
sua vinificazione.
Ciò fa del Cesanese del Piglio un’esemplare assolutamente meritevole della DOCG e un esempio per i vini laziali.
La denominazione può essere prodotta in provincia di Frosinone (comune di Piglio e Serrone, in parte il territorio di Acuto, Anagni e Paliano).
Il 90% di questo vino rosso del Lazio deve essere composto da Cesanese di Affile o Cesanese comune.
La denominazione si riferisce a tre tipologie: CESANESE DEL PIGLIO o PIGLIO CESANESE DEL PIGLIO SUPERIORE o PIGLIO SUPERIORE CESANESE DEL PIGLIO SUPERIORE RISERVA, ottenuto con un invecchiamento non inferiore a 20 mesi della versione “Superiore”, di cui 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Il Cesanese del Piglio DOCG è un vino rosso del Lazio color rubino, con riflessi violacei nella versione giovane e tendente al granato se invecchiato.
Questo famoso vino laziale presenta un odore tipico del vitigno stesso e risulta sul finire leggermente amaro.