CURIOSITA' SUL TIMBALLO DI RISO ALLA ROMANA
Il timballo di riso è un’antica e gustosa ricetta italiana semplice ma gustusa.
Il primo timballo della storia e' sicuramente il sartù di riso Campano, piatto delle feste servito ai nobili napoletani.
Ci sono infinite varianti di questa ricetta, ma il tocco romano e' sicuramente dato dall'utilizzo del sugo fatto con le rigaglie di pollo,
in romanesco “regaglie”.
La parola regaglie deriva dalla parola latina regalia.
Oltre al significato letterale di cosa degna di un re, sta a significare un dono regale.
Infatti si indica con la parola rigaglie le interiora, cuore, fegato, cresta, stomaco, ventriglio e bargigli dei volatili, in particolare di pollo oppure di piccione.
Un tempo, mentre i signori e i nobili mangiavano la carne dei pennuti, le interiora venivano destinate ai servitori insieme agli avanzi.
Al tempo stesso gli scarti portati a casa dai lavoratori delle macellerie venivano utilizzati dalle massaie romane per dare vita a questo sugo molto saporito.
Usanza anche del mattatoio di Testaccio dove pero' i scarti delle lavorazioni erano pajata, trippa, fegato e coratella.

PREPARAZIONE
- Pulite le rigaglie e tagliatele a fettine.
- Fate appassire nel burro sciolto una cipolla tritata fine con due foglioline di salvia e mettete a rosolare le rigaglie lasciando
i fegatini da parte del cinque minuti.
- Unite anche i fegatini e lasciate insaporire il tutto, unite sale e noce moscata e bagnate con mezzo bicchiere di vino bianco.
- Lasciate consumare per qualche minuto quindi aggiungete i pomodori sbucciati e passati al setaccio dopo circa dieci minuti di cottura
versate il riso.
- Mescolatelo e coprite a filo con brodo caldo, aggiungendone man mano che asciugherà.
- Prima di ritirare la casseruola dal fuoco aggiustate di sale incorporate il parmigiano grattugiato e versare il tutto in uno
stampo per timballi unto di burro.
- Passate in forno caldo per qualche minuto e servite il timballo alla romana dopo averlo sfornato.
Vino da abbinare al piatto.
Vino Castelli Romani D.O.C.(Vino Bianco)
Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore fruttato, intenso e sapore fresco, armonico, secco.
L'area geografica per la produzione del Vino DOC Castelli Romani si estende nella parte meridionale e nord orientale dell’Agro romano, i Colli Albani,
e l’alta valle del fiume Sacco, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole alla crescita delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Castelli Romani è localizzata in provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo,
Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monteporzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri, Zagarolo,
San Cesareo e, in parte, i territori dei comuni di Ardea, Artena, Montecompatri, Pomezia e Roma.
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.